lunedì 12 novembre 2007

Recensione: die hard ,vivere o morire


LA sensazione che provo quando devo recensire seguiti dei film le cui vicende ruotano attorno ai miei miti ,è un misto non troppo piacevole di paura,sfiducia ed eccitazione.
Sarà perchè se rinascessi ,vorrei essere john mclane o perchè la serie DIE HARD mi ha sempre attratto, ma cio' che mi ha spinto a vedere questo Die Hard:Vivere o Morire trascende la semplice curiosità.
In questo 4° (sicuramente non ultimo) capitolo della serie ritroviamo il tenace john mclane (interpretato da bruce willis) ,separato, con figli a carico.
Dopo la sua promozione a capitano, le giornate del rude poliziotto trascorrono all'insegna del combattimento contro i ragazzi interessati alla sua avvenente figliuola (mary elizabeth winstead) e contro il crimine.
L'equilbrio iniziale viene interroto da un'attacco informatico ai danni della rete nazionale da parte di un incallito e preparatissimo terrorista-hacker.
Inizia cosi' la ricerca di john mclane ,assistito dal figlio (anch'egli smanettone dei pc) del terrorista, le cui azioni potrebbero rifrangersi sul corretto svolgimento delle attività informatiche di tutto il mondo.
A rovinare l'impresa del rude poliziotto e figlio, giunge la notizia del rapimento dell'amata figlia da parte del cattivone di turno.
Inzia cosi' per john un'estenuante lotta contro il tempo, intervallata da incidenti al limite dell'incredibile e azioni solitarie disumane.
Breve,chiaro,conciso, elementare ed emozionante: 5 aggettivi che qualificano nel miglior modo possibile questo 4° capitolo di die hard.
LE scene d'azione sono esaltanti e ,alcune, rimarranno dei cult indimenticabili ( vedi f12 tra le vie della città a 3 metri di altitudine dalla strada o distruzione di un elicottero con un'automobile in volo).
Le battute si sprecano e risultano sempre ciniche e ironiche.
Questa semplice miscela di ironia e azione corrobora lo spettatore con una particolare sensazione di appagamento che,concluso il film, si manifesta con un lungo e prolungato sospiro liberatore.
Bruce willis-John mclane sembra, quindi, poco disposto a perdere lo smalto che lo contraddistingue da quasi 20 anni e la sua figura rafforza notevolmente questo prodotto che risulta ,nonostante sia il 4° sequel, uno dei migliori della serie.
La sensazione che aleggia durante la proiezione del film, rimane sempre e comunque quella di trovarsi di fronte ad un old style movie che nonostante l'evidente impronta della digitalizzazione,risulta essere divertente come pochi,leggermente banale, ma eccezionalmente emozionante.
Boss_90

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