
Io sono leggenda di francis lawrence, potrebbe definirsi come l'eccezione che non fa la regola. Sorprendentemente, il film vince in una doppia sfida estremamente complessa, dove molti prodotti hanno mestamente fallito: E' un'ottima trasposizione di un romanzo (non fedele,ma non per questo peggiore) ed ,inoltre, è il secondo remake di un classico della b-science degli anni 50/60/70,storpiato in ogni modo dalla cinematografia italiana.
Virologo militare, il protagonista robert neville,studia le mutazioni di un virus nato per curare il cancro, che portano gli uomini a divenire rabbiose entità dalle fattezze lontanamente umane,assetate di sangue non infetto e prive di ogni radice civilizzata. Il film narra di come tale virus si sia diffuso per via aerea in tutto il globo e di come abbia decimato la popolazione mondiale del 99%. Unico sopravvissuto newyorkese a questa tragedia è proprio l'immune robert neville e il suo cane samantha. Il virologo continua a cercare una cura per ridare all'umanità una speranza e trascorre le sue giornate aspettando altri soopravvissuti e effettuando esperimenti. La notte,al contrario è segregato in casa, al sicuro dagli umani infetti.
Trama interessante,regia di mestierie, sceneggiatura geniale,carica adrenalinica proverbiale,recitazione a livelli qualitativi elevatissimi ,montaggio frizzante e colonna sonora da lleggenda. Sono queste le qualità fondamentali di un buon film che coincidono perfettamente con quelle di "io sono leggenda" .
La regia, qualitativamente , è di altissimo livello. Tutto è eseguito in modo piuttosto classico ma dinamico, scolastico ma personale, impegnato e profondo. La sceneggiatura,poi è geniale. E' incredibile come sia vario (ma non troppo) un prodotto eseguito esclusivamente su una sola persona,che viene analizzata in ogni sua sfaccettatura. Questa è infatti, una delle doti del film. ossia quella di concentrarsi equilibratamente sull'analisi interiore del protagonista e sull'azione adrenalinica delle sue avventure, in una new york che (plauso alla fotografia) non era mai stata cosi' deprimente e angosciosa. Se ,poi, il protagonista si chiama will smith (consociuto in patria come "the blockbuster-man" data la sua capacità di trasformare ogni pellicola panavision e non, in oro colato), è assicurata una resa carrateriale del personaggio di altissimo livello.
La colonna sonora è commovente ,con i brani piu' indicati del repertorio di bob marley (si passa da "redemption song" a "three little birds") che sono disposti tra una nota e l'altra dello sconsolante refrain principale (di enorme impatto emotivo). Unico neo di questo roseo panorama è , come in ogni film post-apocalittico, una scarna descrizione del panorama politico e ,forse si sentiva la necessità di un'approfondimento in alcuni frangenti, quandot tutto ,invece, deve essere interpretato e compreso dallo spettatore, che si ritrova dinanzi ad un film dalla forte caratterizzazione emotiva ma profondo e ricco di sfaccettature. Sono,in ogni caso, difetti che scompaiono e che possono essere sopperiti dalla esosa quantità di fattori positivi che rendono il film estremamente godibile.
Si conclude cosi' un'esperimento riuscitissimo, che in patria statunitense accoglie consensi da record al botteghino e che in italia è gia da record.
Anteprime: Il 1° di febbraio si presenta nelle sale saronnesi "cloverfield", sponsorizzato da qualche settimana nella sala giunone del multisala saronnese, con un'enorme cartonato. Il film mi incuriosisce esageratamente, saprete di piu' nella recensione.